BRUNDIBAR

Operina musicale per piccola orchestra, dieci bambini solisti e coro di voci bianche

 

Nell’ambito delle iniziative per la Giornata Mondiale della Memoria, in collaborazione con Regione Toscana, Comune di Scandicci e Rete Musica Toscana.

ORCHESTRA SCOLASTICA REGIONALE TOSCANA, ReMuTo
CORO DI VOCI BIANCHE DI FIRENZE E DI SCANDICCI

Volfango Dami direttore
Lucia De Caro, maestro preparatore coro e bambini solisti
Eva Tonietti, regia
Luca Marino, coordinatore ReMuTo

Musica di Hans Krása
Libretto di Adolf Hoffmeister
Traduzione e adattamento Norma Lelli

Personaggi e interpreti solisti:
Brundibár Riccardo Rocchi
Aninka Teresa Pacciotti
Pepíček Annachiara Felicioni
Passero Alice Masini
Gatto Stella Cecchi
Cane Costanza Romano
Poliziotto Eleonora Nardi
Lattaio Anna Fracchiola
Gelataio Bianca Puccianti
Fornaio Gaia Esposito

Quando

Domenica 27 gennaio 2019 ore 18

Dove

Auditorium del Nuovo Centro Civico di Scandicci
(Centro Rogers) Piazzale della Resistenza,  50018-Scandicci (FI)

Ingresso

Ingresso Libero

Dettagli

L’operina Brundibár
Hans Krása aveva redatto la prima stesura dell’opera fra il 1938 e il 1939 a Praga. Deportato a Terezín nel 1941, la orchestrò nuovamente per i detenuti del campo. L’opera fu rappresentata per la prima volta il 23 giugno 1943 dai ragazzi deportati a Terezín in occasione della visita della Croce Rossa Internazionale e venne replicata per ben 55 volte in pochi mesi. Il compositore, H. Krása, fu deportato ad Auschwitz e ucciso nell’ottobre del 1944.
La trama racconta la storia di Pepíček e Aninka, due bambini orfani di padre che hanno bisogno di denaro per comprare del latte per la loro mamma molto ammalata. Decidono di fare come Brundibár, il suonatore ambulante di organetto, ovvero di esibirsi per strada danzando e cantando. Ma la gente sembra non curarsi di loro e non versa nemmeno un soldo nel loro cappello. Brundibár, dal canto suo, prepotente e assai burbero, non sopporta la loro presenza, quindi li fa scacciare. I ragazzi non sanno più cosa fare, ma vengono aiutati da tre animali, un passerotto, un gatto e un cane, che coinvolgono l’indomani anche gli scolari del paese riuscendo a scacciare Brundibár e a destare finalmente l’attenzione dei passanti al canto dei bambini. Il cappello di Pepíček si riempie di tanti soldini che permetteranno di comprare il latte alla mamma. Tutti intonano un canto di vittoria. La trama, che apparentemente ha tutte le caratteristiche di una storia per ragazzi, rivela metaforicamente l’anelito di vittoria contro la prepotenza e la malvagità, la speranza di giustizia e di libertà. Questo spirito era ben sentito dagli stessi bimbi protagonisti dell’opera come si evince dalla testimonianza di un sopravvissuto: “Quando noi cantavamo dimenticavamo la fame, dimenticavamo dove fossimo; quando eravamo in scena dimenticavamo ogni cosa e quando alla fine cantavamo la canzone della vittoria immaginavamo di aver sconfitto Hitler. C’era tanto potere in questa musica, tanto potere!” .

Il ghetto di Terezín
Terezín (Theresienstadt) era in origine un complesso militare fortificato a forma di stella, distante 60 km. Praga; costruito da ingegneri militari italiani tra il 1780 ed il 1790 per volontà dell’imperatore Giuseppe II, in memoria della madre Maria Teresa d’Austria, a difesa dell’impero asburgico. Verso il 1880 fu abbandonata dalla guarnigione militare che vi prestava servizio e venne quindi abitata da civili. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu scelta da Reinard Heydrich, capo della R.S.H.A. (Ufficio Centrale per la Sicurezza del Reich) e da Adolf Eichmann, capo di una sezione della Gestapo, quale ghetto ebraico e campo di transito per la deportazione verso l’Europa orientale, in un primo momento dei soli ebrei cecoslovacchi, ed in seguito anche per quelli provenienti da Germania, Austria, Paesi Bassi, Danimarca, Ungheria e Slovacchia. Isolata dal filo spinato e circondata da un fossato nel quale confluivano le acque dei fiumi Làbe e Ohre, Terezín era organizzata in costruzioni di mattone e celle sotterranee. Terezín, dotata di 9 sub-campi, assunse per il regime nazionalsocialista tedesco la triplice funzione di campo di transito, di sterminio e di propaganda. Lo stesso regime presentò Terezín al consesso internazionale addirittura come ghetto modello nel quale gli Ebrei non erano considerati prigionieri, bensì ospiti di una piccola città autogestita da uno Judenrat e nella quale si poteva vivere in condizioni dignitose, con un’attività lavorativa e persino una propria moneta. Inoltre, le autorità tedesche del campo stimolarono i deportati a proseguire le loro attività ricreative e d’aggregazione sociale, facilitandone altresì l’organizzazione. A tale proposito venne autorizzata una visita della Croce Rossa Internazionale, che allarmata dalle voci di uccisioni di massa perpetrate in Europa orientale, chiese ed ottenne di poter visitare un Campo per verificarne le condizioni igienico-umanitarie. Il 23 giugno 1944 gli ispettori della Croce Rossa visitarono una parte di Terezín, accuratamente rimessa a nuovo nei mesi precedenti la visita (prigionieri, infermi ed invalidi furono per ovvie ragioni nascosti ed obbligati a non farsi vedere); inoltre assistettero alla rappresentazione dell’operina per ragazzi e orchestra di Hans Krása, Brundibár. In tale occasione fu anche realizzato un cortometraggio di propaganda intitolato Der Führer schenkt den Juden eine Stadt (“Il Führer dona una città agli Ebrei. Durante l’occupazione nazista a Terezín furono internate 155mila persone, delle quali 35mila vi morirono o furono uccise, 83mila furono deportate verso i campi di Treblinka, Auschwitz-Birkenau e altri lager del Reich. Solo 3807 fecero ritorno a casa. Nel ghetto vissero circa 15mila bambini e ragazzi: alla fine della guerra ne erano rimasti in vita 142.

L’Accademia Musicale di Firenze e la Scuola di Musica di Scandicci insieme all’orchestra Gams Ensemble, diretta da Volfango Dami, hanno realizzato la prima produzione di Brundibár nel 2005 e hanno registrato nel 2006 un cd dell’operina. La produzione è stata insignita della medaglia d’Argento della Presidenza della Repubblica e delle medaglie di bronzo del Senato e della Camera della Repubblica Italiana. Il cd dell’opera, uscito nel 2007 in distribuzione nazionale per EMA Records, è in assoluto la prima incisione nazionale di questo lavoro interamente cantata da bambini in lingua italiana, ed è entrato a far parte della documentazione di musei e centri nazionali dedicati all’Olocausto.

Coro di Voci Bianche di Firenze e Scandicci. Espressione ufficiale delle due città, di Firenze e di Scandicci, è formato da bambini e ragazzi dagli 8 ai 13 anni ed ha all’attivo la partecipazione a numerosi spettacoli in luoghi prestigiosi e artistici quali il Teatro Comunale di Firenze, il Teatro della Pergola, la Galleria dell’Accademia, il Salone dei Cinquecento etc; Il Coro di Voci Bianche di Firenze e di Scandicci, diretto da Lucia De Caro, è presente nelle produzioni discografiche di Zucchero Fornaciari, “Fly” e “All the Best”. L’Accademia Musicale di Firenze e la Scuola di Musica di Scandicci, con i propri bambini in veste di solisti e coro, hanno realizzato numerose altre produzioni discografiche fra le quali due brani dell’album di Irene Grandi realizzato nel 2008; registrazione del singolo di Roy Paci, sigla della trasmissione televisiva Zelig del 2008 – 2009; 2 CD su musiche di Beppe Dati ; 1 CD a fianco di Stefano Bollani e Susy Bellucci. Nello stesso ambito, è stato inciso il CD “Brundibar”, prima produzione discografica dell’opera omonima di H. Krása cantata interamente da bambini in lingua italiana, presente in importanti musei e centri di documentazione dell’Olocausto. Nell’ambito della Notte Bianca di Firenze nel 2013 si è esibito in Piazza della Signoria a fianco di Andrea Pellizzari nelle vesti di “Mr Brown” a sostegno della Fondazione Francesca Rava. Nel 2014 ha partecipato al Festival dei Bambini organizzato dal Comune di Firenze esibendosi in Palazzo Vecchio. Ad Aprile 2016 i giovani allievi hanno avuto l’onore di accogliere il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Scuola Superiore di Magistratura di Castelpulci eseguendo l’Inno d’Italia. A dicembre 2016 un gruppo selezionato di allievi del Coro ha preso parte a “Evita, il Musical” (di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber) al Teatro Verdi di Firenze con Malika Ayane nel ruolo di Evita nella nuova produzione della “Peep Arrow Entertainment” regia e adattamento in italiano di Massimo Romeo Piparo. Nel 2017 ha preso parte alla registrazione del brano “Take the world” del noto dj Federico Scavo. Ha collaborato a progetti di “lettura creativa” di alcune scuole primarie di Scandicci partecipando alla messa in scena di:“Il principe felice”(2014), “Il bambino che abbracciava gli alberi”(2015), “Il brutto anatroccolo”(2016), “Piccoli principi” (2017). Nel 2017 è uscito il cd “S.O.S. Tutti per uno, uno per tutti!”: nove brani scritti da Francesco Rainero e arrangiati da Michele Vitulli registrati dal Coro di Voci Bianche con la partecipazione della cantante Lisa Kant nell’ambito del progetto “Un’aria tutta nuova”, volto a sensibilizzare grandi e piccini alla protezione e difesa dell’ambiente. Ha partecipato alla registrazione della colonna sonora del film “Museo” di Alonso Ruizpalacios, in collaborazione con l’Academia de Arte de Florencia di Città del Messico, uscito a novembre 2018 nelle sale cinematografiche italiane. Collabora stabilmente con l’Orchestra Giovanile di Firenze e Scandicci. Si è esibito più volte con l’Orchestra GAMS Ensemble con la quale nel 2017 ha prodotto e messo in scena l’operina “La parrucca di Mozart” di L. Jovanotti e B. De Franceschi.

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